SOMMARIO
 
%Settembre %2006

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Copertina di Alessandra Visser


 


 


 


 


 


 
 
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E-laboratori di scrittura

Corsi di scrittura creativa. Laboratori di scrittura.
Un fenomeno che rende denaro addirittura a poeti ormai di mestiere, a scrittori ambiziosi o a giornalisti in fase di notorieta' calante.
Una delle ennesime prese in giro che si attuano ai danni di ingenui don chisciotte o, piu' spesso, sciocchi che sono certi della loro infinita superpotenza.
Ma intanto si sfornano, da questi luoghi di cultura, scriventi (la new wave) quelli che delle idee (spesso altrui) si servono.
Quelli che hanno l'amico giusto o la tessera chiave.
Quelli che della vita hanno vissuto solo la parte piu' di superficiale, al riparo, da pensieri scomodi.
Quelli a cui basta riporre tutte le loro creature deformi in quello scrigno orripilante che è l'antologia poetica o narrativa (costano meno all'editore?).
Stuoli di scriventi cosi' utili alla maggior parte delle case editrici (garanti della carta) sempre alle prese con fatturati e sempre alla ricerca di scrittori d'oltremanica da importare in Italia.
Possiamo stare tranquilli.
Chi scrive non lo fa quando va in pensione o quando sente di dover mettere nero su bianco una giornata particolare o tantomeno per sentirsi immortale.
Possiamo stare tranquilli.
Se siete scrittori saprete che la scrittura prevede se stessa e affluisce alla penna quando facciamo da medium.
Possiamo stare tranquilli.
Cio' che si scrive non prevede pubblico ne' ascoltatori riuniti nei clan dei blogs o dei forums. Ne' in una pagina web anarchica.
Possiamo stare tranquilli.
C'è chi premia e lo fa in modo integerrimo. Non esitono giurie che a porte chiuse o via cavo decidono il candidato o la rosa di puledri da premiare.
Per fortuna esistono premi come il Campiello, Lo Strega che danno assolutamente prestigio ai finalisti. Le case editrici che poi portano gli scrittori a tali vette, potete stare tranquilli, non fanno carte false. Portano in finale solo chi merita, autori soprattutto di qualsiasi partito, colore della pelle e classe sociale.
La svendita delle parole operata della cultura da laboratorio novecentesca, ci insegna che tutti possiamo scrivere e per fortuna c'è qualcuno che con un po' di pudore asserisce che, certo, con un buon corso di scrittura creativa (il loro, ad esempio) non diventerete il Rimbaud del foglio, ma almeno avrete capito come e perche' hanno scritto alcuni autori.
Che gioia costruire periodi e frasi per un racconto; non dimenticate le esercitazioni per aggettivo all'interno del periodo. Date ordine alle idee: se volete scrivere qualcosa fatelo di getto. Poi individuate una introduzione, ampliate il corpo e costruite il finale (meglio se a sorpresa). In fondo lo svolgimento è come un profumo: ha una testa, un corpo e una coda.
E non importa se non avete nulla da dire; insomma se pagate l'iscrizione, tutti possono divenire scrittori. .
Ora fermatevi!, non procedete bevendo periodi. Quanto siete abituati a non pensare... A non cercare..
Ho scritto il termine "Divenire".
Che significato ha?
Dal latino: "Divenire": termine che proviene dal verbo devenire, composto da venire ("arrivare") e de- ("giù"); ovvero, "provenire da".
Ok, ma "Arrivare giu'" non è come dire "provenire da". Forse con "provenire da" vogliamo intendere il significato etimologico "Diventare" (farsi diverso da quello che si era). Pero'...consideriamo che il termine "arrivare" in origine significava "condurre e accostare a riva" .
Poi ci pensate mai all'influsso arabo sulla lingua italiana?
E ancora, che proposero i greci riguardo al significato del "divenire", invece? Loro sì che erano arguti e formidabili fautori di implosioni filosofiche:
Il divenire, nel senso greco originario già esposto da Eraclito, è il continuo mutare e trasformarsi di tutte le cose da uno stato all'altro. Nella sua esposizione radicale il divenire è il provenire delle cose dal nulla e il loro ritornare nel nulla dopo aver dimorato per un certo periodo di tempo nell'essere (nell'esistente).
Bella sta definizione dei greci, vero?. Ci sono abbastanza zone d'ombra e di indefinito da rendere credibile e certo un significato.
Insomma alla fine dei conti quando si scrive non sara' che sono i vocabolari a far alzare bandiera bianca? No, credo che nessuno sia andato al di la' della prima pagina. Del resto alcuni hanno ragione a non considerare amena quel tipo di lettura. E' appena indispensabile.
Ditemi: davvero non vi sembra una enorme baggianata, l'espressione "scrittura creativa"?
(La scrittura è forse creativa? Esiste una musica creativa, una fotografia creativa, un gelato creativo?).
Alessandra Visser

GRUPPO OFFICINAE
Alessandra Visser - Bruno Cavestro - Dario Fulci - Paolo Cardillo


Hanno collaborato a questo numero: Annalisa Benelli - Roberto Mangosi - Carla Paolini - Enrico Pietrangeli - Angela Ravetta - Federico Sabatini - Alfredo Tamisari

Hanno collaborato: Giancarlo Amici - Angela Angelastro - Alberto Angelici - Orazio Barbagallo - Annalisa Benelli - Bruno Borello - Piero Bruno - Maurizio Brusa - Nicola Brusco - Simone Buttazzi - Alberto Carbone - Luigi Cervone - Alejandro Cesar Alvarez - Michele Chiusi - Gianfranco Cordi' - Carmen Covito - Cristina De Luca - Luigi di Ruscio - Paolo Durando - Gianni Falcone - Roberto Fiore - Maurizio Fortunato - Alberto Garavello - Gabriella Garofalo - Marilena Genovese - Yuri Gori - Federico Graziosi - Matteo Gubellini - Marzena Kawalerowicz - Alfonso Lentini - Roberto Mangosi - Marco Martella - Leonardo Moro - Giovanna Mulas - Carla Paolini - Giancarla Perelli - Carla Perelli - Enrico Pietrangeli - Marina Pizzi - Silvano Plank - Mary Puntura - Angela Ravetta - Federico Sabatini - Lorenza Saluzzo - Alfredo Tamisari - Paola Turroni - Angela Vecchio - Juna Villa - Giancarlo Visitilli