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COPERTINA:
Progettazione e grafica a cura di Alessandra Visser |
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Grande tumulto tra le pagine.
Verbi si accapigliavano con aggettivi; virgole chiedevano aiuto: "Penna pensaci tu! Traccia una riga e separali, si uccideranno!"
"Che succede qui?" tuono' l'editoriale sollevandosi dal foglio.
"Tu sei me, io sono te, noi siamo voi, voi siete noi, loro sono ioooo" gridarono all'unisono verbi e aggettivi.
"Siete impazziti?" grido' l'editoriale, "pensate che questo sia un carnevale?"
"Tu sei me, io sono te, noi siamo voi, voi siete noi, loro sono ioooo" digrignarono tra i denti tutti i verbi agli aggettivi.
"Bello" non contenne piu’ la rabbia. Prese per la "e" il verbo piu' vicino e inizio’ a
La barba dell’editoriale si sollevo’ nell’aria (quant’era lunga) e gli occhiali si sfilarono ingrandendo per un attimo la fronte corrugata; l’ editoriale ruzzolo' fino alla penultima riga della pagina.
Il foglio, nel tremore, si fece trasparente.
Tutti i periodi si scomposero in parole e le parole si scomposero in punti fino a formare un semicerchio nero nero che circondava l'editoriale semisvenuto.
“Delinquenti” singhiozzava il grande vecchio “I miei occhiali! Dove sono i miei occhiali!” piagnucolo' girandosi sul fianco.
La penna disegno’ un paio di occhiali e premendo il pennino sul foglio, li lancio’ all’editoriale.
“Buon dio” disse l’editoriale sistemandosi la montatura sul naso “ ma cosa è successo? Cos’è questa macchia nera che mi circonda?”
Un trequarti fuori campo, canto’ la leggenda della scrittura e dei segni che quando fanno da eco a se stessi, divengono maschera.
Alessandra Visser
Verbi si accapigliavano con aggettivi; virgole chiedevano aiuto: "Penna pensaci tu! Traccia una riga e separali, si uccideranno!"
"Che succede qui?" tuono' l'editoriale sollevandosi dal foglio.
"Tu sei me, io sono te, noi siamo voi, voi siete noi, loro sono ioooo" gridarono all'unisono verbi e aggettivi.
"Siete impazziti?" grido' l'editoriale, "pensate che questo sia un carnevale?"
"Tu sei me, io sono te, noi siamo voi, voi siete noi, loro sono ioooo" digrignarono tra i denti tutti i verbi agli aggettivi.
"Bello" non contenne piu’ la rabbia. Prese per la "e" il verbo piu' vicino e inizio’ a
t i r a r ema, ops! la presa scivolo’ e fini’ contro la schiena dell’editoriale, come un proiettile.
La barba dell’editoriale si sollevo’ nell’aria (quant’era lunga) e gli occhiali si sfilarono ingrandendo per un attimo la fronte corrugata; l’ editoriale ruzzolo' fino alla penultima riga della pagina.
Il foglio, nel tremore, si fece trasparente.
Tutti i periodi si scomposero in parole e le parole si scomposero in punti fino a formare un semicerchio nero nero che circondava l'editoriale semisvenuto.
“Delinquenti” singhiozzava il grande vecchio “I miei occhiali! Dove sono i miei occhiali!” piagnucolo' girandosi sul fianco.
La penna disegno’ un paio di occhiali e premendo il pennino sul foglio, li lancio’ all’editoriale.
“Buon dio” disse l’editoriale sistemandosi la montatura sul naso “ ma cosa è successo? Cos’è questa macchia nera che mi circonda?”
Un trequarti fuori campo, canto’ la leggenda della scrittura e dei segni che quando fanno da eco a se stessi, divengono maschera.
Alessandra Visser