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The Vines - Winning days
Freschezze australi

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Mercoledì, 21 Aprile 2004

A cura di Paolo Cardillo





A
rtista: The Vines
Album: Winning Days
Etichetta: Capitol

I primi caldi si avvicinano e si comincia ad avvertire l’esigenza di musiche fresche e divertenti che ci traghettino con leggerezza verso l’estate. Ben vengano allora questi quattro ragazzi australiani con una manciata di brani nuovi, caratterizzati da una grande immediatezza, debitori di suoni passati, ma mai banali. Del resto la musica tutta non è forse un continuo ritorno (riveduto, contaminato, espanso e corretto) di cose passate?
Rispetto al loro lavoro d’esordio Highly Evolved, i lati più taglienti sono qui più smussati, a tutto vantaggio di aperture melodiche orientate al pop inglese anni ’60 profumato di psichedelia. I ragazzi amano tanto i Beatles quanto Kurt Cobain e la loro musica si snoda con disinvoltura fra questi due estremi musicali, toccando tutto quanto ci sta in mezzo. Ride e She’s got something to say sono movimentati e obliqui college rock dall’anima punk con velate concessioni canore al Michael Stipe del periodo Automatic for the People, Animal Machine è per riff serrati, cantato trascinato, schitarrate e ritornelli acidi, discendente diretto del periodo Highly Evolved, Evil Town è costruito intorno a corrosive rasoiate di chitarra che riportano alla mente ed alle orecchie il grunge di stampo Stone Temple Pilots e dintorni e Fuck the world è un garage coi controfiocchi con basso sporco, ganci a presa rapida, voce graffiante, posto in chiusura di disco quasi a volere affermare che va bene il pop sixties, ma i Vines sono qui per suonare rock ‘n’ roll e si divertono un mondo a farlo. Questi quindi i graffi di sapore post-grunge e punk ‘n’ roll della raccolta. Il resto del disco è un colorato patchwork di suggestioni brit-pop (in Amnesia affiorano gorgheggi e cori Oasis-oriented tuffati in spaesate melodie post-psichedeliche, mentre Sun Child riecheggia il côté più struggente degli Stone Roses più giovani e genuini), brani agrodolci caratterizzati dall’alternanza fra quiete melodie e stacchi veloci come TV Pro, morbide ballate acustiche che si aprono su scenari di pacata serenità (il trittico Autumn shade II, Winning days e la più “elettrica” Rainfall, il vero cuore morbido del disco).
Tante le influenze dunque, e marcati i richiami a musiche passate. Ma l’immediatezza del disco nel suo insieme non ne risente. E’ innegabile che i Vines non inventino niente di nuovo ma dal passato riescono a trarre i succhi più vitali e genuini per costruire canzoni molto godibili, fresche ed irresistibili. Un disco da avere e da mandare a memoria per il periodo caldo.
 
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DISCOGRAFIA

Album
Highly Evolved (2002) (Capitol) Winning Days (2004) (Capitol)

EP/Compilation
Highly Evolved/Sun Child (2002) (EMI)
Get Free (2002) (EMI)
Outtathaway, Pt. 1 (2002) (EMI)

LA BAND

Craig Nicholls Craig Nicholls
Voce, chitarra, piano
Ryan Griffiths Ryan Griffiths
Chitarra
Patrick Matthews Patrick Matthews
Basso, voce
Hamish Rosser Hamish Rosser
Batteria


Altre informazioni su: http://www.thevines.com









Fonti internet
http://www.smh.com.au/articles

http://www.rollingstone.com

http://www.blistering.com/pictures/plst.php3?piccat=587

http://www.vater.com/artists/artistpage.cfm?ID=323
 
 
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